Per la Giustizia rivolgersi altrove

Troverete maggior soddisfazione e meno problemi se vi affidate alla mafia (latamente intesa), che non se vi affidate (generalizzo, lo so, non vogliatemene e soprattutto non me ne vogliano i colleghi magistrati, perché io, almeno, ritengo, forse sbagliando, colleghi tutti gli operatori della giustizia) a un Tribunale.

Tizio loca a Caio un appartamento; Caio, al momento della stipula, consegna a Tizio un assegno, sottoscritto da Mevio, i cui identificativi sono ben indicati nel contratto di locazione e che con Caio convive essendone stretto parente, con l’impegno, entro una certa data, di consegnare a garanzia dell’adempimento delle obbligazioni tutte di cui al contratto di locazione una fideiussione bancaria a prima richiesta. Qualora non adempiuto detto impegno, Tizio resta autorizzato a incassare l’assegno e versare la somma su un libretto di risparmio fruttifero, ovviamente a sé intestato, da cui eventualmente … in caso di inadempimento…. con l’impegno di restituirlo entro un dato termine, volta restituito l’appartamento al termine della locazione.

Caio si rende da subito inadempiente. Tizio procede con intimazione di sfratto per morosità e contestuale citazione per la convalida. Caio, che è aduso, ma lo si scopre poi, a campare sulle spalle altrui, avendo lasciato a non molti km da lì canoni impagati per oltre due anni, chiede e ottiene il termine di grazia, che copre però solo i canoni sino all’udienza di convalida.

All’udienza fissata a tre mesi di distanza per la verifica dell’adempimento dell’obbligo coperto dal termine di grazia, Caio ha pagato i canoni coperti dal termine e le spese legali, ma ha puntualmente pagato in ritardo i canoni maturati nel frattempo, dovuti sino a questa seconda udienza e non coperti dal termine. La richiesta di … vien rigettata dal giudice che a verbale invita l’istante ad agire in giudizio (uno nuovo, separato, con nuova marca e contributo unificato e nuovo atto) per la tutela dei suoi diritti. A nulla serve che Caio confermi  a verbale d’essere inadempiente rispetto ai canoni scaduti nel frattempo e rispetto all’obbligo di consegnare fideiussione bancaria o mettere a disposizione la provvista. Il ricorso (sic!) vien dal giudice dichiarato estinto.

Ovviamente Caio s’è ben guardato dal consegnare la fideiussione o dal prestare la provvista.

Tizio se ne fa una ragione, dai son meno di cinquemila euro, abbiamo un assegno in mano, chiediamo un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, il precetto no, non si fa, è un titolo dato in garanzia…

Al giudice di pace vien spiegata tutta la vicenda, vengono prodotti tutti i documenti, compreso il verbale della procedura di sfratto. L’assegno viene oblato così come prevede il regio decreto 1736/1933 all’art. 58 comma 2 e il Cancelliere lo mette in cassaforte; nel fascicolo resta una copia dell’assegno con la dichiarazione che l’originale è in Cancelleria. Non vorremo mica rischiare di perderlo… no?

A tempo record il giudice di pace rigetta il ricorso con la seguente motivazione:

“visto il decreto a tergo riportato (se mai il ricorso… ma tant’è) e ritenuto che l’assegno di cui si tratta, ai sensi dell’art. 14 del contratto di locazione intervenuto fra le parti, è riferito al deposito cauzionale e non ad altre ragioni di credito (che ti sei sognato tu, caro GdP, che nessuno ha mai chiesto altro…) del ricorrente il GdP ritiene il ricorso carente delle condizioni di ammissibilità e prova scritta ex artt. 633 e 634 c.p.c. e rigetta il ricorso ex art. 640 2° comma c.p.c.”

Stamane mi reco dal summenzionato GdP per farmi spiegare il senso del provvedimento.

Nell’ordine mi si risponde che:

1) non c’era l’assegno e se Tizio vuole i soldi deve dare l’assegno originale: infatti, come noti, è scritto ovunque che l’assegno originale è oblato come previsto dalla legge assegni … se guardi nel fascicolo, trovi la copia dell’assegno con l’attestazione del Cancelliere che l’originale è nella cassaforte; nella cassaforte della TUA cancelleria;

2) sì ma se poi il contratto di locazione non ci fosse più Tizio non avrebbe diritto alla cauzione: te lo sogni, caro GdP, Tizio ha diritto alla cauzione, ma deve utilizzarla nei limiti degli accordi, se poi la userà male, sarà cura di Caio tutelarsi, non è questo il rapporto dedotto in causa oggi, ma solo quello, diverso, di garanzia svolto dall’assegno;

3) in ogni caso l’importo dell’assegno supera le tre mensilità e non si può: aggiornati, non è proprio così…ma va beh, questo è l’ultimo dei problemi, posto che TU non sei chiamato a giudicare del rapporto locativo, bensì della sola funzione di garanzia svolta dall’assegno.

4) e comunque Lei avvocato ha scritto che il processo è estinto, quindi il contratto di locazione non c’è più: e qui caro il mio GdP dimostri TUTTA la TUA profonda ignoranza e neghittosità. Ti ho scritto, leggi, che il Caio ha pagato il dovuto nel termine di grazia, ma nel frattempo si è reso inadempiente rispetto ai canoni non coperti dal termine e che il giudice ha ritenuto tale inadempimento irrilevante, invitando Tizio a far valere le sue ragioni con altro giudizio. Ti ho anche prodotto, pensa, i verbali, ma tu mi hai risposto che non si può pretendere che tu li guardi, basta la narrativa del ricorso, peraltro chiarissima.

 

E adesso che facciamo, domando? Ripresenti il ricorso e stavolta le concedo il decreto. Mi scusi, ma… né io né Tizio abbiamo colpa se Lei non ha letto le carte e ha rigettato senza ragione il ricorso, non possiamo fare un 640 c.p.c.? Io non ho né fatti nuovi né documenti nuovi da proporle, siamo sempre lì, cerchi almeno di non far spendere altre marche e altro contributo unificato a Tizio.

Non si può.

Esco, vado a ritirare il fascicolo per ripresentare il ricorso, lo stesso, ovviamente, con il vaffanculo strozzato in gola e con le lacrime agli occhi mi dirigo verso il parcheggio e vedo questo striscione. 

E penso.

Non riesco a non pensare che se questa è la giustizia che offrite ai cittadini possiamo anche farne a meno e chiamare la Vesuvio Recupero Crediti spa che si fa prima.

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Euro, svalutazione ed efficienza: una mattinata all’INPS

L’8 luglio 2013 ho accompagnato mia sorella all’INPS. Era arrivata una lettera di interruzione della prescrizione con la quale le si chiede conto del periodo (da schiava morta di fame) in cui ha lavorato per Alleanza Assicurazione come libera assicuratrice. Libera di fregare i vecchietti e i giargianesi (intercalare bresciano per gli stranieri) che trepidanti affidano i loro risparmi ad una grande società assicuratrice nella speranza di vederseli restituiti con qualche euro di interesse.

Speranza, perché ovviamente la certezza è un altra, per chi legge bene fra le righe del contratto. Io ti dò cento e l’assicurazione fra qualche anno mi restituirà ottanta.

Ragione per la quale dopo un periodo infernale, in cui il vero valore aggiunto di questi schiavi del terzo millennio, analogamente ai lavoratori dei call center, non è tanto o solo il rifilare a parenti ed amici più o meno ignari uno dei simpatici prodotti finanziari delle società assicuratrici (penso siano analoghi per tutte), quanto l’incasso mensile dei premi, sbattendosi in auto su e giù per la provincia.

Ovviamente, a distanza di quasi cinque anni, in limine prescriptionis, questi si svegliano e chiedono il ventipercento di cacca. che è quel che ha preso mia sorella a fronte di un impegno del tutto sproporzionato rispetto agli incassi (suoi).

Mostriamo la circolare 9 del 2004. No, dice l’ispettore, il commercialista doveva rifarsi alla 12 del 2004, avrebbe capito che… che cosa? Che questo sistema è ormai destinato all’implosione perché è troppo complicato anche per chi del suo studio ha fatto il suo lavoro.

Va bene, ci dica quanto è che pagheremo.

Intanto Letta ha detto che l’Expo 2015 è l’occasione di riscatto per l’Italia. Giovannini afferma che a fine 2013 ci sarà la ripresa. Zanonato dice di no, ma tanto non sa nemmeno lui da che parte è girato (per questo, però, vi rinvio alla mia amica @Lavvelenata che lo studia come un fossile con grande attenzione).

Incidentalmente, qualcuno mi spiega perché svalutando dovremmo vendere di più? Non si è accorto nessuno che non c’è più domanda e che i nostri prodotti sono fuori mercato, troppo cari? Ah, ok. La prossima volta. Intanto usciamo dall’euro…

Oggi, 3 febbraio 2014, aggiorno queste righe. Perché poi è arrivato il verbale, dove l’ispettore non ha scritto un rigo di quel che gli abbiamo riferito. Mail, pec all’INPS, posso parlare con l’ispettore? Ha visto cosa ha scritto? Nessuna risposta. ZERO! ZERO IN MESI DI SOLLECITI! Alla faccia della cooperazione della PA con il cittadino. Che se fossi stato “normale” avresti approfittato della situazione per aiutare veramente i lavoratori sfruttati e dare una bella mazzata alle assicurazioni che sfruttano i ragazzi (giovani e meno giovani) con un lavoro che di autonomo ha solo il nome.

‘fanculo Mastrapasqua, chissenefrega di lui. Poteva averne anche 100 di cariche, purché avesse fatto funzionare l’INPS.

 

Gente che

è scesa in piazza a darle e a prenderle per idee, ideali che francamente… non meritavano violenza fisica fatta e ricevuta

e poi si sente in imbarazzo, oggi, che tutto si va risolvendo, a venire a casa tua

dove ha cenato e riso (di cuore? Ora ne dubito) quando i tempi erano molto più pesanti e imbarazzanti davvero

oggi, che magari nella solitudine che pian piano si forma avresti anche bisogno che passassero da te, si sente in imbarazzo, la bella gente.

Situazione che richiede, esige una profonda riflessione sul concetto di amicizia, su cosa è per me e come invece lo intendono gli amici. Il perbenismo benpensante impera ovunque, a destra e sinistra.

Alla fine ha ragione il padre: quando i ferri si arroventano, ti trovi sola a tenerli in mano. Nel qual caso, grazie, di quegli amici faccio a meno, senza rimpianti.

Resteranno ottimi conoscenti, un ruolo di tutto rispetto ed a loro, senza davvero alcun rancore, dedico questo pezzo: http://www.youtube.com/watch?v=0m_kUe0iZ_U

Finché non impareremo

che il nostro è un lavoro serio

che non possiamo farci pagare meno dell’idraulico

continueremo ad essere la lobby dei pirla

auguri alla collega che ha accettato di fare a 7500 euro, iva e cpa esclusi, resto escluso, la causa da circa 30.000.000 di euro che noi abbiamo rifiutato

in bocca al lupo Immagine

Siamo una lobby, ha ragione il Ministro. Le cedo il mio posto (e non voglio il suo in cambio).

Brescia, 15 luglio 2013
Ho appena finito di parlare con un collaboratore del rag. Pinco Pallo (ndr curatore fallimentare).
L’udienza del 19 luglio 2013 verrà rinviata, su richiesta del curatore fallimentare, verosimilmente a dopo l’estate (richiesta depositata il 1 luglio, ma non compare sul portale fallimenti, quale mi sono collegata stamattina per controllare se fosse stato depositato il progetto di stato passivo: ovviamente no).
Nelle more, il Tribunale di Bassano cesserà la sua esistenza, rientrando fra quelli cancellati.
Dovranno perciò essere traslocati magistrati, cancellieri, ufficiali, documenti e mobilia in quel di Vicenza, tribunale al quale verrà accorpato quello di Bassano (così come la sezione staccata di Schio).
I tempi medi di un primo grado a Bassano sono tre anni e mezzo (così mi è stato detto). A Vicenza sette.
Non so dirvi che fine farà questo procedimento, quali i tempi, se vi ammetteranno al passivo, se all’esito di tutto questo cercare alla fine ci sarà dell’attivo da spartire fra i creditori, privilegiati e non.
Spero che non vogliate da me altre buone notizie e che vi godiate quanto prima le vacanze e la pensione.
Io son già desolata a sufficienza per tutti.
Un abbraccio,
sara

702 bis CPC

No, non volevo parlarvi dei CCCP.

Ma di questa farsa della lobby degli avvocati.

Sino ad ora ho tentato un solo 702 bis c.p.c., il famoso rito abbreviato. Risultato: il giudice ha fissato la prima udienza a oltre sei mesi di distanza dal deposito del ricorso. Con una normale citazione l’udienza me la fissavo io, a tre mesi al massimo. 

Il mio ricorso, fate un atto di fede, era completo. Tutto era chiarito, spiegato, le contestazioni ricevute e le risposte e spiegazioni date. 

La difesa di controparte una farsa. Prodotti documenti che non c’entravano NULLA con la causa.

Prima udienza: compaiono solo i miei clienti.

Il giudice rinvia di due settimane per sapere quando le controparti vogliono comparire.

Alla seconda udienza l’avvocato di controparte dice che loro non possono comparire perché non potrebbero nemmeno transigere, dato che hanno presentato (tre mesi prima, ma si son ben guardati dal dirlo in prima udienza), domanda di concordato preventivo in bianco e ciò li inibisce a… (ma quando mai?).

Alla terza udienza (siamo a marzo) il giudice si riserva sul mutamento del rito, omessa ogni presa di posizione circa le istanze istruttorie delle parti.

Intanto preciso il credito avanti la procedura concorsuale aperta presso il Tribunale di …

Passano le settimane, i mesi, il giudice è ancora in riserva.

Il Tribunale di …. revoca il concordato, mancandone i presupposti (grande piano di risanamento: la società madre affitta il ramo d’azienda costituito dall’intera azienda ad una società testé creata e di sua integrale proprietà).

A maggio la società fallisce.

Il giudice è ancora in riserva.

A metà giugno scioglie la riserva, converte il rito, assegna i termini per le memorie istruttorie (che non servono, posto che le istanze istruttorie sono TUTTE nel ricorso e nella memoria di costituzione).

E adesso io che cosa racconto al giudice nella prima memoria istruttoria posto che il processo è andato in vacca? Che siamo una lobby. Sì, gli racconterò la favola della lobby.

 

PS
Non ho ancora sentito UN collega che mi abbia raccontato di un 702 bis cpc che non sia stato convertito. Allegria!

 

Metti una sera a cena: occupy Carmen

Due fratelli, maschio e femmina, avvocati.

Due fratelli, maschio e femmina, notai.

Quattro ore di diritto civile, mangiando gnocco fritto e bevendo rosso in strada, in un locale da poco gestito da due coetanei, i dù dela contrada.

Ieri sera, infatti, le strade erano occupate dai tavoli e dai libri: cena a prezzo fisso, compreso il buono per ritirare un libro nell’adiacente negozietto.

Scopri che il Carmen non è più luogo di malaffare, ma della movida, della cultura, della creatività: negozi di libri, di ceramiche, di abiti vintage riarrangiati, in una mescolanza di suoni, colori e profumi con gli stranieri che vi abitano.

Un piacevole suk, speriamo che a qualche ben pensante non venga in mente di far tornare il precedente mortorio.

PS

No, Mr. Panzotto, al night non ci sono andata. A dormire di corsa…